Esplosione devasta il municipio di Ottana: una notte di terrore.
Nel cuore della notte, Ottana, tranquillo comune della provincia di Nuoro in Sardegna, è stato teatro di un violento attentato dinamitardo.
Intorno all’una, un ordigno ad alto potenziale ha scosso la quiete del luogo, esplodendo con forza davanti al municipio. La bomba, posizionata con precisione davanti al portone principale, ha provocato gravi danni alla struttura. Ha sventrato la facciata, gli infissi e gli uffici al primo piano.
Attentato al municipio di Ottana: cosa è successo
Fortunatamente, le verifiche tecniche hanno escluso danni strutturali che avrebbero potuto rendere l’edificio inagibile, permettendo così una più rapida ripresa delle attività.
Sul posto, immediato è stato l’intervento dei vigili del fuoco, dei carabinieri e degli artificieri, che hanno messo in sicurezza l’area, transennando il perimetro dell’esplosione.
Le autorità locali, tra cui il prefetto di Nuoro, si sono mobilitate per offrire sostegno alla comunità. Mentre le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per fare luce sulla dinamica dell’attentato e identificarne gli autori.
Le parole della presidente in pectore Alessandra Todde
L’attacco ha suscitato un’ondata di solidarietà verso la comunità e l’amministrazione comunale di Ottana. La presidente in pectore Alessandra Todde ha espresso il proprio sgomento e condanna per l’accaduto.
Ha affermato che: “La violenza non può e non deve trovare spazio nella nostra società e nelle nostre comunità“. Anche il sindaco di Ottana, Franco Saba, visibilmente scosso ma determinato, ha ribadito la volontà dell’amministrazione di proseguire il lavoro intrapreso, nonostante l’atto intimidatorio.
L’evento si carica di un significato particolare alla luce della storia di Ottana. Questo comune, negli anni ’70, fu protagonista di un ambizioso progetto di industrializzazione supportato dalla Cassa del Mezzogiorno. Questo processo portò alla creazione di importanti siti tessili e petrolchimici.
Ciò, però, fu seguito da un periodo di progressiva deindustrializzazione e chiusura delle fabbriche, lasciando dietro di sé questioni sociali ed economiche irrisolte.